Quadro normativo dell'accessibilità digitale

L’accessibilità digitale è un diritto fondamentale riconosciuto a livello globale. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sottolinea l’importanza di garantire a tutti l’accesso equo alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), sviluppate dal World Wide Web Consortium (W3C), forniscono standard tecnici per rendere i contenuti web accessibili a un’ampia gamma di utenti.

quadro normativo

Che cosa significa l'accessibilità digitale

L’accessibilità di un sito web consente a tutti, comprese le persone con disabilità, di accedere alle informazioni, percepire, comprendere, navigare e interagire con internet. 

Direttiva (UE) 2016/2102

Questa direttiva impone agli Stati membri di assicurare che i siti web e le applicazioni mobili degli enti pubblici siano accessibili. I requisiti includono:

  • Pubblicazione di una dichiarazione di accessibilità.

  • Implementazione di un meccanismo di feedback per segnalare problemi di accessibilità.

  • Monitoraggio regolare e relazioni periodiche alla Commissione Europea.

Direttiva (UE) 2019/882

European Accessibility Act (EAA)

L’EAA estende gli obblighi di accessibilità ai prodotti e servizi del settore privato, tra cui:

  • Dispositivi hardware come computer e smartphone.

  • Terminali self-service (es. bancomat, biglietterie automatiche).

  • Servizi di comunicazione elettronica e media audiovisivi.

  • Servizi bancari, e-book e piattaforme di e-commerce.

Gli operatori economici dovranno conformarsi a questi requisiti entro il 28 giugno 2025 .

 

🇮🇹 Normativa Italiana

Legge 9 gennaio 2004, n. 4 – "Legge Stanca"

La Legge Stanca promuove l’accessibilità degli strumenti informatici, garantendo che le persone con disabilità possano fruire dei servizi digitali senza discriminazioni. Si applica a:

  • Pubbliche amministrazioni.

  • Enti pubblici economici.

  • Aziende private concessionarie di servizi pubblici.

  • Aziende con un fatturato medio superiore a 500 milioni di euro negli ultimi tre anni .

Scadenze importanti

23 settembre di ogni anno

Aggiornamento annuale delle dichiarazioni di accessibilità per siti web e applicazioni mobili.

28 giugno 2025

Entrata in vigore degli obblighi previsti dall’European Accessibility Act per i prodotti e servizi del settore privato.

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01
Analisi del tuo sito web

Verifica del livello di accessibilità attuale.

02
Adeguamento tecnico

Implementazione degli strumenti di accessibilità, correzione del codice e degli elementi errati.

03
Supporto e assistenza

Monitoraggio, aggiornamenti e consulenza continua.

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Un sito accessibile è un segno di rispetto verso tutti gli utenti — e oggi è anche un dovere di legge. Non aspettare che sia troppo tardi. Rendi il tuo sito inclusivo, conforme e pronto al cambiamento.

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FAQ – Domande più frequenti

L’EAA si applica anche ai siti personali o non commerciali?

No. La normativa riguarda principalmente le aziende che offrono prodotti o servizi ai consumatori
dell’Unione Europea. I siti personali o blog non monetizzati non sono obbligati a conformarsi, anche se
adottare pratiche inclusive rimane sempre consigliabile.

Sì. Le micro-imprese (meno di 10 dipendenti e fatturato annuo ≤ 2 milioni di euro) sono escluse dagli
obblighi di conformità previsti dall’EAA. Non sono tenute né a pubblicare la dichiarazione di
accessibilità, né a rispettare i requisiti tecnici WCAG.
Tuttavia, anche senza obbligo formale, adottare buone pratiche di accessibilità migliora l’esperienza
utente, la SEO e la reputazione del brand.

Sono obbligati a conformarsi:

  • Pubbliche Amministrazioni e enti pubblici (già soggetti alla direttiva 2016/2102)
  • Aziende con più di 10 dipendenti o fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro, che offrono
    servizi digitali ai consumatori (e-commerce, servizi bancari, telecomunicazioni, trasporti, utility,
    ecc.)
  • Operatori di servizi essenziali (trasporto, assicurazioni, pagamenti elettronici, sanità digitale,
    istruzione online)
    Le micro-imprese, invece, non hanno obblighi, ma sono incoraggiate a seguire pratiche inclusive.

Si rischiano:

  • Sanzioni legali e amministrative
  • Esclusione da appalti pubblici o partnership internazionali
  • Danni reputazionali (perdita di fiducia degli utenti e visibilità negativa)
  • Perdita di pubblico (fino al 15-20% della popolazione ha disabilità che impattano sull’uso del
    web)
  • Verifiche e ispezioni da parte di AgID o altri enti competenti
  • Diffide correttive con tempi stretti per adeguarsi (es. 30 giorni)
  • Multe fino al 5% del fatturato annuo o fino a 40.000 € in caso di violazioni gravi o reiterate
    12
  • Possibile esclusione dal mercato per prodotti o servizi gravemente non conformi (caso
    estremo)

No. L’accessibilità interessa anche chi ha disabilità motorie, cognitive, uditive o neurologiche. In generale,
un sito più accessibile è più usabile per tutti.

Non sempre. Spesso è possibile intervenire in modo mirato: correggere codice HTML, aggiungere
attributi ARIA, migliorare i contrasti e la navigazione. La valutazione iniziale serve proprio a stabilire il
miglior piano d’intervento.

  • Accessibilità: eliminare le barriere per persone con disabilità.
  • Usabilità: rendere l’esperienza efficace per tutti.
    Un sito accessibile è sempre più usabile, ma non necessariamente il contrario.

I siti lanciati per la prima volta dopo il 28 giugno 2025 devono essere già conformi.Puoi verificare la data di lancio controllando:

  • Data di registrazione del dominio
  • Storico pubblicazioni online (archivi web, annunci, fatturazioni)

I siti pubblicati prima del 28 giugno 2025 hanno tempo fino al 28 giugno 2030 per adeguarsi, a meno
che non subiscano modifiche sostanziali dopo il 2025 (in quel caso, l’adeguamento diventa immediato).

Aggiornamenti importanti che trasformano il sito, come:

  • Restyling completo
  • Migrazione a nuova piattaforma
  • Nuove sezioni o funzionalità
  • Cambiamenti che impattano sulla struttura e sul codice

Piccoli aggiornamenti di routine non sono considerati modifiche sostanziali.

È possibile (e consigliabile) adottare un approccio progressivo. Nella dichiarazione di accessibilità puoi indicare uno stato parziale, purché trasparente e con un piano
di miglioramento continuo. L’obiettivo è arrivare alla piena conformità entro le scadenze previste.

No. Le soluzioni “magiche” (toolbar, overlay automatici) non garantiscono la reale conformità e spesso
creano conflitti con le tecnologie assistive.
L’adeguamento richiede interventi sul codice, test accurati e un approccio “by design”. Gli strumenti
automatici possono supportare il lavoro tecnico, ma non sostituirlo.

No. La dichiarazione è un’autodichiarazione pubblica, compilata dal titolare del sito (tramite modulo
AgID). È però fondamentale basarsi su un’analisi tecnica accurata. Un legale può servire solo in casi
particolari (es. per giustificare un “onere sproporzionato”).

  • Dati identificativi dell’azienda
  • Stato di conformità (completo, parziale, non conforme)
  • Elenco delle aree non ancora accessibili
  • Contatto per segnalazioni e richieste di accessibilità
  • Data della dichiarazione e impegno all’aggiornamento annuale

Si utilizza il modulo online di AgID (form.agid.gov.it).
Una volta compilata, la dichiarazione va pubblicata sul sito (pagina dedicata, link ben visibile nel footer).
Va aggiornata almeno una volta all’anno o in caso di modifiche sostanziali