Che cos'è l' accessibilità digitale

L’accessibilità digitale si riferisce alla capacità di rendere contenuti e servizi online fruibili da chiunque, comprese le persone con disabilità. Significa progettare siti web, applicazioni e documenti in modo che siano facilmente navigabili, comprensibili e utilizzabili da tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche o cognitive.

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Nessuno Escluso: Perché l’Accessibilità Conta

In un mondo sempre più connesso, garantire l’usabilità delle tecnologie significa offrire pari opportunità a tutti.

La pandemia da COVID-19 ha reso evidente quanto sia vitale un web accessibile: dalle cure sanitarie ai pagamenti digitali, fino alla didattica e al lavoro a distanza, tutto è passato attraverso lo schermo.

Escludere anche solo una parte della popolazione da questi strumenti significa negare diritti fondamentali. Ma rendere un sito più accessibile non aiuta solo chi ha disabilità: sottotitoli, testi vocali o una navigazione semplificata sono vantaggi concreti per ogni utente.

Perché è Importante?

1

Inclusione Sociale

Garantisce che ogni individuo possa partecipare attivamente alla vita digitale, promuovendo l’uguaglianza e l’integrazione.

Obblighi Legali

In Italia, la Legge Stanca e le direttive europee come la WAD e l’EAA impongono standard di accessibilità per i servizi digitali, con scadenze e requisiti specifici.

Benefici per Tutti

Funzionalità come la lettura vocale o i sottotitoli non solo aiutano chi ha disabilità, ma migliorano l’esperienza utente per tutti, ad esempio in ambienti rumorosi o con scarsa illuminazione.

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L'accessibilità digitale in Italia

L’accessibilità web in Italia è regolata dall’AGID attraverso la Legge Stanca o Legge 4/2004.

La Legge Stanca è la legge italiana che regola l’accessibilità dei siti web e delle applicazioni informatiche della Pubblica Amministrazione e di altri soggetti obbligati. 

Giorni
Ore
Minuti
Secondi

Adegua il tuo sito ora!

Dal 28 giugno devi per mettere in regola il tuo sito.

L’accessibilità digitale non è solo un obbligo legale, ma un impegno etico verso una società più inclusiva.

Adegua il tuo sito oggi!

Un sito accessibile è un segno di rispetto verso tutti gli utenti — e oggi è anche un dovere di legge. Non aspettare che sia troppo tardi. Rendi il tuo sito inclusivo, conforme e pronto al cambiamento.

Compila il form

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FAQ – Domande più frequenti

L’EAA si applica anche ai siti personali o non commerciali?

No. La normativa riguarda principalmente le aziende che offrono prodotti o servizi ai consumatori
dell’Unione Europea. I siti personali o blog non monetizzati non sono obbligati a conformarsi, anche se
adottare pratiche inclusive rimane sempre consigliabile.

Sì. Le micro-imprese (meno di 10 dipendenti e fatturato annuo ≤ 2 milioni di euro) sono escluse dagli
obblighi di conformità previsti dall’EAA. Non sono tenute né a pubblicare la dichiarazione di
accessibilità, né a rispettare i requisiti tecnici WCAG.
Tuttavia, anche senza obbligo formale, adottare buone pratiche di accessibilità migliora l’esperienza
utente, la SEO e la reputazione del brand.

Sono obbligati a conformarsi:

  • Pubbliche Amministrazioni e enti pubblici (già soggetti alla direttiva 2016/2102)
  • Aziende con più di 10 dipendenti o fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro, che offrono
    servizi digitali ai consumatori (e-commerce, servizi bancari, telecomunicazioni, trasporti, utility,
    ecc.)
  • Operatori di servizi essenziali (trasporto, assicurazioni, pagamenti elettronici, sanità digitale,
    istruzione online)
    Le micro-imprese, invece, non hanno obblighi, ma sono incoraggiate a seguire pratiche inclusive.

Si rischiano:

  • Sanzioni legali e amministrative
  • Esclusione da appalti pubblici o partnership internazionali
  • Danni reputazionali (perdita di fiducia degli utenti e visibilità negativa)
  • Perdita di pubblico (fino al 15-20% della popolazione ha disabilità che impattano sull’uso del
    web)
  • Verifiche e ispezioni da parte di AgID o altri enti competenti
  • Diffide correttive con tempi stretti per adeguarsi (es. 30 giorni)
  • Multe fino al 5% del fatturato annuo o fino a 40.000 € in caso di violazioni gravi o reiterate
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  • Possibile esclusione dal mercato per prodotti o servizi gravemente non conformi (caso
    estremo)

No. L’accessibilità interessa anche chi ha disabilità motorie, cognitive, uditive o neurologiche. In generale,
un sito più accessibile è più usabile per tutti.

Non sempre. Spesso è possibile intervenire in modo mirato: correggere codice HTML, aggiungere
attributi ARIA, migliorare i contrasti e la navigazione. La valutazione iniziale serve proprio a stabilire il
miglior piano d’intervento.

  • Accessibilità: eliminare le barriere per persone con disabilità.
  • Usabilità: rendere l’esperienza efficace per tutti.
    Un sito accessibile è sempre più usabile, ma non necessariamente il contrario.

I siti lanciati per la prima volta dopo il 28 giugno 2025 devono essere già conformi.Puoi verificare la data di lancio controllando:

  • Data di registrazione del dominio
  • Storico pubblicazioni online (archivi web, annunci, fatturazioni)

I siti pubblicati prima del 28 giugno 2025 hanno tempo fino al 28 giugno 2030 per adeguarsi, a meno
che non subiscano modifiche sostanziali dopo il 2025 (in quel caso, l’adeguamento diventa immediato).

Aggiornamenti importanti che trasformano il sito, come:

  • Restyling completo
  • Migrazione a nuova piattaforma
  • Nuove sezioni o funzionalità
  • Cambiamenti che impattano sulla struttura e sul codice

Piccoli aggiornamenti di routine non sono considerati modifiche sostanziali.

È possibile (e consigliabile) adottare un approccio progressivo. Nella dichiarazione di accessibilità puoi indicare uno stato parziale, purché trasparente e con un piano
di miglioramento continuo. L’obiettivo è arrivare alla piena conformità entro le scadenze previste.

No. Le soluzioni “magiche” (toolbar, overlay automatici) non garantiscono la reale conformità e spesso
creano conflitti con le tecnologie assistive.
L’adeguamento richiede interventi sul codice, test accurati e un approccio “by design”. Gli strumenti
automatici possono supportare il lavoro tecnico, ma non sostituirlo.

No. La dichiarazione è un’autodichiarazione pubblica, compilata dal titolare del sito (tramite modulo
AgID). È però fondamentale basarsi su un’analisi tecnica accurata. Un legale può servire solo in casi
particolari (es. per giustificare un “onere sproporzionato”).

  • Dati identificativi dell’azienda
  • Stato di conformità (completo, parziale, non conforme)
  • Elenco delle aree non ancora accessibili
  • Contatto per segnalazioni e richieste di accessibilità
  • Data della dichiarazione e impegno all’aggiornamento annuale

Si utilizza il modulo online di AgID (form.agid.gov.it).
Una volta compilata, la dichiarazione va pubblicata sul sito (pagina dedicata, link ben visibile nel footer).
Va aggiornata almeno una volta all’anno o in caso di modifiche sostanziali