Legge Stanca:
Promuovere l'Accessibilità Digitale in Italia
La Legge 9 gennaio 2004, n. 4, comunemente nota come Legge Stanca, rappresenta il pilastro normativo italiano per garantire l’accesso equo e senza barriere agli strumenti informatici, con particolare attenzione alle persone con disabilità. Intitolata a Lucio Stanca, allora Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, questa legge mira a rendere i servizi digitali della Pubblica Amministrazione e di altri enti accessibili a tutti i cittadini.

Obiettivi principali
Inclusione Digitale
Assicurare che tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche o cognitive, possano accedere e utilizzare i servizi digitali.
Eliminazione delle Barriere
Rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso alle informazioni e ai servizi online.
Conformità agli Standard Internazionali
Allineare i requisiti di accessibilità italiani con le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), promosse dal World Wide Web Consortium (W3C).
Ambito di Applicazione
Pubbliche Amministrazioni
Tutti gli enti pubblici sono tenuti a garantire l’accessibilità dei propri servizi digitali.
Enti Pubblici Economici e Aziende Partecipate
Organismi che, pur avendo natura giuridica privata, svolgono funzioni di interesse pubblico.
Soggetti Privati Concessionari di Servizi Pubblic
Aziende che gestiscono servizi di pubblico interesse su concessione dello Stato.
Aziende con Fatturato Superiore a 500 Milioni di Euro
Grandi imprese che, per dimensioni e impatto, sono tenute a rispettare i requisiti di accessibilità .
Obblighi per i Soggetti Coinvolti
Le entità soggette alla legge devono redigere e pubblicare annualmente una dichiarazione che attesti il livello di conformità ai requisiti di accessibilità.
È necessario effettuare verifiche periodiche e aggiornare i propri servizi digitali per garantire la continua conformità.
La mancata osservanza degli obblighi può comportare responsabilità disciplinari per i dirigenti responsabili


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Implementazione degli strumenti di accessibilità, correzione del codice e degli elementi errati.
Monitoraggio, aggiornamenti e consulenza continua.
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Un sito accessibile è un segno di rispetto verso tutti gli utenti — e oggi è anche un dovere di legge. Non aspettare che sia troppo tardi. Rendi il tuo sito inclusivo, conforme e pronto al cambiamento.
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FAQ – Domande più frequenti
L’EAA si applica anche ai siti personali o non commerciali?
No. La normativa riguarda principalmente le aziende che offrono prodotti o servizi ai consumatori
dell’Unione Europea. I siti personali o blog non monetizzati non sono obbligati a conformarsi, anche se
adottare pratiche inclusive rimane sempre consigliabile.
Le micro-imprese sono escluse dall’obbligo?
Sì. Le micro-imprese (meno di 10 dipendenti e fatturato annuo ≤ 2 milioni di euro) sono escluse dagli
obblighi di conformità previsti dall’EAA. Non sono tenute né a pubblicare la dichiarazione di
accessibilità, né a rispettare i requisiti tecnici WCAG.
Tuttavia, anche senza obbligo formale, adottare buone pratiche di accessibilità migliora l’esperienza
utente, la SEO e la reputazione del brand.
Quali aziende e siti sono obbligati a rispettare l’EAA?
Sono obbligati a conformarsi:
- Pubbliche Amministrazioni e enti pubblici (già soggetti alla direttiva 2016/2102)
- Aziende con più di 10 dipendenti o fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro, che offrono
servizi digitali ai consumatori (e-commerce, servizi bancari, telecomunicazioni, trasporti, utility,
ecc.) - Operatori di servizi essenziali (trasporto, assicurazioni, pagamenti elettronici, sanità digitale,
istruzione online)
Le micro-imprese, invece, non hanno obblighi, ma sono incoraggiate a seguire pratiche inclusive.
Cosa rischio se non adeguo il mio sito?
Si rischiano:
- Sanzioni legali e amministrative
- Esclusione da appalti pubblici o partnership internazionali
- Danni reputazionali (perdita di fiducia degli utenti e visibilità negativa)
- Perdita di pubblico (fino al 15-20% della popolazione ha disabilità che impattano sull’uso del
web)
Quali sono le sanzioni previste?
- Verifiche e ispezioni da parte di AgID o altri enti competenti
- Diffide correttive con tempi stretti per adeguarsi (es. 30 giorni)
- Multe fino al 5% del fatturato annuo o fino a 40.000 € in caso di violazioni gravi o reiterate
12 - Possibile esclusione dal mercato per prodotti o servizi gravemente non conformi (caso
estremo)
L’accessibilità riguarda solo persone con disabilità visive?
No. L’accessibilità interessa anche chi ha disabilità motorie, cognitive, uditive o neurologiche. In generale,
un sito più accessibile è più usabile per tutti.
È necessario rifare il sito da zero?
Non sempre. Spesso è possibile intervenire in modo mirato: correggere codice HTML, aggiungere
attributi ARIA, migliorare i contrasti e la navigazione. La valutazione iniziale serve proprio a stabilire il
miglior piano d’intervento.
Qual è la differenza tra accessibilità e usabilità?
- Accessibilità: eliminare le barriere per persone con disabilità.
- Usabilità: rendere l’esperienza efficace per tutti.
Un sito accessibile è sempre più usabile, ma non necessariamente il contrario.
Come verifico se un sito è considerato “nuovo” ai fini dell’EAA?
I siti lanciati per la prima volta dopo il 28 giugno 2025 devono essere già conformi.Puoi verificare la data di lancio controllando:
- Data di registrazione del dominio
- Storico pubblicazioni online (archivi web, annunci, fatturazioni)
Entro quando devono adeguarsi i siti esistenti?
I siti pubblicati prima del 28 giugno 2025 hanno tempo fino al 28 giugno 2030 per adeguarsi, a meno
che non subiscano modifiche sostanziali dopo il 2025 (in quel caso, l’adeguamento diventa immediato).
Cosa si intende per modifiche sostanziali?
Aggiornamenti importanti che trasformano il sito, come:
- Restyling completo
- Migrazione a nuova piattaforma
- Nuove sezioni o funzionalità
- Cambiamenti che impattano sulla struttura e sul codice
Piccoli aggiornamenti di routine non sono considerati modifiche sostanziali.
Si può procedere per gradi o serve subito una conformità completa?
È possibile (e consigliabile) adottare un approccio progressivo. Nella dichiarazione di accessibilità puoi indicare uno stato parziale, purché trasparente e con un piano
di miglioramento continuo. L’obiettivo è arrivare alla piena conformità entro le scadenze previste.
Basta installare un plugin o overlay automatico per rendere il sito conforme?
No. Le soluzioni “magiche” (toolbar, overlay automatici) non garantiscono la reale conformità e spesso
creano conflitti con le tecnologie assistive.
L’adeguamento richiede interventi sul codice, test accurati e un approccio “by design”. Gli strumenti
automatici possono supportare il lavoro tecnico, ma non sostituirlo.
Serve un avvocato per compilare la dichiarazione di conformità?
No. La dichiarazione è un’autodichiarazione pubblica, compilata dal titolare del sito (tramite modulo
AgID). È però fondamentale basarsi su un’analisi tecnica accurata. Un legale può servire solo in casi
particolari (es. per giustificare un “onere sproporzionato”).
Cosa deve contenere una dichiarazione di accessibilità?
- Dati identificativi dell’azienda
- Stato di conformità (completo, parziale, non conforme)
- Elenco delle aree non ancora accessibili
- Contatto per segnalazioni e richieste di accessibilità
- Data della dichiarazione e impegno all’aggiornamento annuale
Come si compila e pubblica la dichiarazione?
Si utilizza il modulo online di AgID (form.agid.gov.it).
Una volta compilata, la dichiarazione va pubblicata sul sito (pagina dedicata, link ben visibile nel footer).
Va aggiornata almeno una volta all’anno o in caso di modifiche sostanziali